lunedì 24 novembre 2008
A DISTANZA DI TEMPO
A distanza di tempo, ho rispolverato un qualcosa che a suo tempo di diede tanto.
Una cosa che mi ha fatto conoscere persone speciali, a cui ero legato anche prima di conoscerle da una passione comune che è la scrittura.
Ci incontrammo per caso e la passione per la scrittura ci legava e ci lega ancora.
Tutti eravamo lì per scrivere, imparare, leggere, condividere in due cartelle e anche di più.
Eravamo arrivati da tutte le parti d'Italia e chi piano, chi forte, ci siamo buttati in questa avventura.
Un pò per gioco, senza una speranza, con il pensiero "tanto non mi sceglieranno mai".
Il premio finale, apparire nel DVD numero 9 allegato ai fascicoli del corso, un miraggio.
L'esercizio: "Immaginate di dover creare un personaggio spostando su di lui alcune caratteristiche salienti della vostra personalità (pregi e difetti). Quali scegliereste?
A questo punto descrivete in 800 battute la sua entrata in scena o un momento particolare di un’ipotetica storia in cui lo vediamo all’opera. Il personaggio non deve avere il vostro nome, solo dall’azione o dai dialoghi o dalla descrizione deve risultare che scrivendo di lui avete preso qualcosa di voi".
Era un esercizio alla mia portata, alla portata del mio tempo per essere precisi. Poche battute, scrivendo di qualcosa che conoscevo molto bene, i miei difetti.
Alla fine, era arrivato lì davanti.
Ora, l’unico ostacolo tra lui e il baratro, era quella vecchia porta che gli si poneva davanti.
Bastava spingerla, anche non tanto forte e lei avrebbe ceduto.
Lui però, come tutte le volte, non avrebbe voluto che lei cedesse alla sua spinta.
Lì avrebbe trovato come tutte le volte, la stessa cosa. Un esercito di occhi distratti e sorrisi beffardi.
Sicuramente nessuno che facesse attenzione a quello che diceva, ma tutti attenti ad un suo minimo imbarazzo.
Sarebbe successo, quello che succedeva sempre: battiti accelerati, abbassamenti incontrollati della voce, elevata sudorazione delle mani, rossore in viso, suoni ovattati e la vista annebbiata.
Non aveva mai superato la paura di parlare in pubblico.
Entrò.
Lui, comunque, era pur sempre il Commissario.
"Timidezza, insicurezza.Il terrore di parlare in pubblico. Questi sono gli elementi del mio carattere associati al personaggio che col tempo e la scrittura, voglio esorcizzare e superare".
Il risultato è poi stato questo ... e l'hanno scelto !!!
Il bello doveva ancora venire, la telecamera era la pronta ad aspettarmi.
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